sabato 21 gennaio 2006
♥ Gigina, Gigiona e Gigetta

Sono qui seduta sulla mia misera sedia in paglia, vecchia e scolorita, per raccontarvi una storia straordinaria. Molto tempo fa, in uno dei miei soliti viaggi di pellegrinaggio, incontrai tre bellissime fatine. I loro nomi, li ho impressi nella memoria, e suonano più o meno così: Gigina, Gigiona e Gigetta. Il primo impatto con loro fu un po' strano: continuavano a bere una sorta di pozione magica, inesistente nel mio regno. Ha poteri loschi e imprevedibili. Forse conoscete questa bevanda ostrogota, la chiamavano con un nome particolare: VINO. Non so, io me ne guardai bene dal berne anche solo una piccola goccia, perchè essendo in terra straniera non volevo rischiare la vita. Fatto sta che, nonostante la pozione (o forse grazie alla pozione!), le tre fatine mi accolsero a braccia aperte, mi invitarono a casa loro - dove trovai un comodo giaciglio - e mi presentarono i loro cavalieri. Erano una specie di giganti, mi confessarono che erano così grossi per via del loro costante lavoro: il rugby. Vedete nemmeno questo lavoro c'è nel mio regno e mi ritrovai ancora una volta spiazzata. La serata passò in un lampo. Si danzava, si mangiava, ci si tirava la roba da mangiare e si era felici. In particolare le mie tre nuove amiche, continuavano a fare danze strane. Ecco, ho fatto una foto, di una danza, vedete?! Mah...Conservo ancora un piacevole ricordo di quella sera e, soprattutto, conservo un importante insegnamaneto delle mie fatine. "Ricorda, cara amica forestiera, che non importa la strada che fai, la gente che incontri e gli uomini che hai. L'importante è che tu alzi il calice e bussi prima di bere. E sai perchè stranger?! Perchè CHI NON BUSSA, NON GUSSA!" Partii dal regno delle Fate tenendo bene a mente queste parole...Sarà stato un incantesimo o la loro genuinità, ma da allora seguo il loro consiglio e...Sono tornata ad essere una dueña felice!
Grazie fatine
Vi amo!

Niente male come viaggio di pellegrinaggio.
Mmm.
(Dov'è il posto?)
mi rispondo da sola. una landa verde che all'orizzonte accarezza un cielo terso e profondo: siamo nel deserto del gobi in mongolia, gli jak pascolano indisturbati, il vento pungente si infiltra tra ogni singolo filo d'erba. profumo di aria e terra.
in lontananza un puntino luminoso.
con la mano mi copro dal riflesso, per scorgere meglio. i puntini diventano due, poi tre. uno jak mi urta da dietro (oooh, poca confidenza, gli urlo) e i puntini sono diventati improvvisamente 3.
diventano man mano più luminosi e più grandi. camminano. camminano verso di me. sorridono e se la ridono, anzi, fanno un casino gagliardo (in 3 fanno casino per 47).
man mano che si avvicinano prendono forma, e io già distinguo le loro sagome dall'orizzonte. una è una lettera V, di color rosssso fuoco. alla sua destra una C arancione (come la vitamina c), l'altra una A giallo limone. il giallo l'arancio e il rosso attirano su di sè tutto il riflesso dell'aria deserta, cancellando i tenui colori del deserto.
rimango immobile a fissarle, come ipnotizzata. non ho la forza di reagire quando la V si stacca dal gruppo e rivolgendosi a me sussurra:
"vuoi un ciounciou?..sì, un ciounciou!".
e lo stesso fa la C, che con una risata cristallina mi dichiara "amì tomài liubliù".
oramai sono sconcertata, impietrita, attonita.
infine anche la A, con molta nonchalance, si stacca dal gruppo, procede verso di me, la testa inclinata da una parte, le spalle ondeggianti, il passo moleggiato. sta masticando una big bubble alla fragola. quel profumo mi sale al cervello. siamo faccia a faccia oramai. con una scrollata di spalle si aggiusta il giubbotto e mi fa: "gli unici cubi che servono sono quelli per ballareeee!".
e come per magia, dal profondo del deserto del gobi, in mongolia, si spande una musica anni '80, l'ambiente diventa fumoso e psichedelico. anch'io prendo la forma di una lettera, una M nero metallizzato con gli interni in radica, gli jak indossano un elmetto da rugbisti. e mi lancio in un ballo sfrenato insieme con una A, una C, ed una V, con gli jak che ci guardano, muggiscono, e ogni tanto silaccano dietro il fazzoletto.
sipario
(il pubblico ha una domanda: mac, perchè hai scelto proprio la mongolia?
perchè dentro di me mi sento mongola.)
Non ho parole...SEI GRANDE! W LA MONGOLIA...Quando partiamo?!
Ciao mi dispiace intervenire a commento di questo tuo intervento , ma mi sono ricordato solo ora di avere anchio uno spazio dove sfogare un po' della mia rabbia , te lo segnalo tu buttalo dove vuoi .. bacio Lore
http://spaces.msn.com/members/lacaccapuzza
Che dire, dopo secoli che non scrivo eccomi qui, sono tornata..
E quale miglior modo se non commentare questa fiaba di fate, calici e giganti..
vorrei a proposito !aprire una parentesi! sui giganti delle fatine: come sono?buoni?e il calice?pieno? e la bussata? efficace? e il prossimo viaggio?lo facciamo insieme?
con tutti questi enigmi ne avrai per un pò..ma mi auguro vivamente che tutte le risposte siano ovviamente AFFERMATIVE!!!!!!
ti besos con amor
passo e chiudo
VALE
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