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giovedì 2 marzo 2006

♥ Sogno o son desta

La mia profe di psicologia delle forme narrative oggi parlava di sogni e consigliava di provare a rendere in poesia i nostri sogni, essendo la poesia la forma narrativa più libera in assoluto. La cosa mi ha colpito e qua vi dedico la poesia di un mio sogno di qualche giorno fa. Alcuni l'hanno già sentito, ma non sottoforma di poesia. Eccolo...

"Il paese dei miei balocchi"
Con la mia bici entravo nel cortil di facoltà
e seduto alla scrivania ti trovai là
con gli occhiali, con l'aria di uno che sa
con l'aria di uno che innamorar mi fa
Tavolini pieni di studenti di corsa
sembrava quasi la Sala Borsa,
ma lontano ero da essa
e qui tento d'esser poetessa.
Dopo lezione me ne andai,
ma la bici dimenticai.
Ritornata mi richiamasti,
nel tuo ufficio mi portasti.

La portinaia continuava a sorridermi
sta a vedere che è lì lì per riconoscermi.
Nel tuo studio alle parete ritrovavo
ricordi d'infanzia che perduti credevo.
Peluches, barbie, galeoni e castelli,
mamma mia son proprio quelli!
Solo due seggioline erano nuove
a "Sedersi" invitavano buone.

La scrivania non c'era più
quattro mura, io e tu
Un letto singolo ci ospitava
e il mio cuor palpitava.
Un bacio straordinario mi avevi dato
solo un bacio, che ancora non ho scordato.
Sto aspettando il tuo ritorno nei sogni
perchè quella mattina dovevo far bisogni.
E mi ero alzata apposta di soprassalto
cercando di pensare ad altro.
La mia bici non l'ho più trovata,
mi sa proprio che me l'hanno rubata.

2 Comments:

Mi è piaciuto molto l'idea di leggere un sogno in forma poetica, veramente originale, però adesso basta far uso di crak!!!

 

Non riesco a smettere la dipendenza è più forte di me!!! Caro anonimo anche tu forse ne fai uso?! Vedo che non hai mai il coraggio di firmarti...Mah!

 

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