Sono passati già 11 giorni. Non mi sembra vero, qui tutto corre veloce e il tempo non fa certo eccezione. In alcuni momenti ho la sensazione di essere partita ieri da casa con il mio valigione pieno si speranze e progetti; altre volte, invece, mi sembra di essere qua da una vita. Ormai riconosco i palazzi, le strade e so più o meno esattamente dove devo andare. Conosco a memoria il tragitto della metro e spesso vado in giro col caffè extremely hot in mano, perchè come sempre sono in ritardo. New York sta diventando un po' mia. Ho una casa e forse per questo mi sento parte della città. Una bella casettina nel Queens circondata da altre casettine con la bandiera appesa fuori, per far vedere un po' i muscoli o forse per avere qualcosa in cui credere, per sentirti parte di quelle 50 stelline anche se ti chiami José, hai la pelle scura e parli meglio lo spagnolo dell'inglese. Nel mio nuovo quartiere c'è il mondo, come in tutta New York del resto. Mi giro e trovo un angolo coreano, dall'altra parte della strada greci, poi ancora italiani (noi italiani siamo ovunque!), andando un po' più in là ci sono i cinesi (loro sono davvero ovunque), poi accanto i russi...Insomma tutto un groviglio di razze e culture che convivono pacificamente (tranqui mamy, è una safe zone questa!). E poi ci sono io che cammino sempre con lo sguardo verso l'alto, col naso appicciccato al finestrino dei taxi per cercare di non perdermi nemmeno un centimetro di quello che ho attorno. Ci sono sempre io col mio pass dell'ONU, che mi fa un effetto strano e che mi fa vergognare, perchè nella foto ho una faccia da pirla gigante. Ci sono io freddolosa per la strada che maledico il vento che ti si infila sotto la giacca, trapassa la sciarpa, i guanti e tutti i tessuti che hai addosso. Ci sono ancora io al pub a bere con questi piacevoli estranei che stanno diventando ogni giorno di più degli amici, che mi parlano di terre lontane che muoio dalla voglia di conoscere. Che mi guardano con lo stessa luce negli occhi che ho io, quella di chi è sempre in corsa, sempre alla ricerca di qualcosa. Mi guardano con gli occhi di chi ha potuto e voluto scegliere di mollare tutto per un po': la famiglia, gli amici, la propria hometown per girare il mondo e farsi aprire la mente. Sono felice, sì. Ogni tanto mi prende un po' di nostalgia, ma niente panico: le persone importanti sono con me sempre e comunque. Stasera penso alle mie donnine che stanno per prenotare un biglietto aereo per venire qui tra un mese. Che gioia, non vedo l'ora di avervi qui e di dividere con voi questa grande mela. Stasera penso anche tanto al mia papà che domani dovrà affrontare una dura prova e mi si stringe il cuore al pensiero di essere così lontano, di non potergli accarezzare la barbona e dargli un bacione grande. Lo posso fare solo virtualmente, so che comunque gli arriverà, ma si sa, non è la stessa cosa. Sei forte pabà, non mollare, vedrai che passerà tutto alla svelta e tra poco sarò di nuovo lì a rubarti i libri per metterli nella "mia" libreria!
Stasera resto qui nelle mie pantofole, sbadigliando e pronta per andare a dormire...aspettando la sveglia all'alba di domani quando alzandomi guarderò dalla finestra i palazzi al di là del fiume e sorridendo andrò al lavoro.
gNYgno
PS For pictures click hereEtichette: felicità, I'm moved, New York
amore, che bello sentirti così felice e piena di entusiasmo! finalmente hai una casetta tutta tua che tra poco verrò a visitare...noi qui siamo in preda all'euforia da prenotazione, ormai ci siamo quasi eh...non temere che arriviamo!
per il resto, è come se ti vedessi, coi tuoi occhi luccicosi che vogliono sbirciare ovunque si possa, e anche non dove no!
sono con tigo mauri!
a prestissimo!
Posta un commento
<<Home