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domenica 9 settembre 2007

♥ Lettera

Caro J.,
chissà dove sei a regalare la tua luce. Io sono dispersa nel mondo in un posto di cui non so nemmeno pronunciare il nome. Lascio che l'aria fredda e l'emozione di scriverti mi congelino le dita. Lascio scorrere questo inchiostro finto per tentare di raggiungerti. Come Yair cercava di raggiungere la sua Myriam. Chissà che un giorno tu non diventi per me quello che Myriam fu per lui. O forse lo sei già stato, ed è proprio per questo che non posso smettere di cercarti. Mi domando quante mani avrai stretto, quante pelli avrai accarezzato dall'ultima volta che hai accarezzato la mia. Cerco di immaginarmi cosa potrebbe significare la mia vita senza te, e non immagino niente. Come un campo deserto dove anche il grano si rifiuta di crescere o come un rubinetto che non vuole dare acqua, che non vuole darmi acqua da bere. Rimango senza fiato ripercorrendo a mente i tuoi lineamenti così duri, angolati, ben definiti. Penso a quanto saremo cambiati al nostro ritorno, chissà se riusciremo a ritrovare quell'energia che ci dava da vivere. Che manteneva le nostre anime, che le riscaldava e ci faceva correre incontro ogni volta che ci scoprivamo in lontananza tra la gente. Come se fossimo due isole unite da un ponte, tutto il resto mare disperso e profondo. Il nostro ponte sembrava incrollabile. Non pensavo che il mare sarebbe stato più forte. Sai, ho visto tanta gente, ho stretto mani, dispensato sorrisi. Ho conversato con poeti, tassisti, futuri Romeo, letterati, giocolieri, con gigolo e banchieri, con gente di mondo e con gente che niente sa del mondo, ma che finge di conoscerlo bene. Ho incrociato sguardi fugaci e intensi. Ma nessuno mi ha mai mostrato il mio lato oscuro. Quello splendente e lucente quasi tutti ce l'hanno fatta a metterlo in vetrina. Ma la parte in ombra, quella fetta di luna che rimane nascosta mentre andiamo a dormire, è rimasta addormentata. Tu l'avevi trovata, rapita e custodita sin dal primo attimo. Sin dal momento in cui mi guardasti in quella libreria. Io annusavo le pagine di un libro che mai avrei comprato. E tu eri lì, nella tua immensa lucentezza e mi ammiravi. Pagherei per rivedere l'ammirazione nei tuoi occhi, quella che mi hai sempre riservato dispersi nell'oceano delle nostre lenzuola, quella che mi davi sul terrazzo quando fotografavamo l'alba. Mi chiedo se sia possibile vivere accanto a qualcuno senza stufarsi mai, senza aver mai voglia di cambiare isola. Per ora so solo che la tua isola deserta è l'unico posto in cui sarei disposta a trasferirmi. E' l'unico posto in cui vorrei perdermi per anni alla ricerca della strada di casa, alla ricerca di me. So che troverei entrambi. Chissà quante immagini hai impresso nella memoria, quante scatti perfettamente a fuoco avrai salvato. Chissà se li vorrai condividere con me. Io lascio uno spazio vuoto nel mio album mentale, per quando vorremo riempirlo con una foto dei nostri piedi, delle nostre mani, dei nostri capelli. Con una foto che assomigli a un "noi" o a un "tu ed io". L'aria continua a gelarmi il sangue.
Credo sia ora di smettere di scrivere.
Ti auguro buona notte. Saluto la luna e il suo lato brillante. Se tu fossi qui, mi limiterei a guardarti senza dire una parola. Tanto tu capiresti e saluteresti il lato oscuro della luna.
A.

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4 Comments:

Ollapeppona!!!! ma nano, giusto ieri ti ho detto che era un po' che non scrivevi niente, e tutto d'un botto oggi mi trovo questo fantastico monologo!!! é bellissimo, molto profondo...e soprattutto sentito! sarà mica autobiografico eh????

 

bellissimo..

 

mamma mia, ho la pelle d'occcaaaa

 

Innanzittuto, grazie ragazze per questi commenti che mi riempiono di gioia. E grazie anche a chi mi ha fatto complimenti a voce o via sms senza commentare direttamente sul blog.
Era un momento di alta ispirazione e, purtroppo, non è autobiografico. Quando troverò un'isola dove valga la pena perdersi, vi farò sapere.
Per ora, ancora grazie a voi fedelissime lettrici e alla prossima lettera (se mai ci sarà).
Bacio

 

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