e dulcis in fundo

Il portone sbatte alle mie spalle e mi ritrovo per strada. Sono quasi le sei del mattino e Bologna ha una luce che non ho mai visto prima. Muoio dal sonno, ma tengo gli occhi bene aperti per non perdermi lo spettacolo che ho davanti. Strade vuote, calma surreale. Solo poche anime che già iniziano a lavorare mi passano di fianco. Per il resto è la città a parlare con le sue strade deserte e le sue piazze vuote. Le edicole aprono sommerse dalle pile dei giornali appena arrivati che puzzano d'inchiostro e ti macchiano le mani. Passo davanti al Roxy che sta aprendo pure lui e il profumo delle brioches mi fa quasi venir fame. Quante domande e quante parole mi vengono in mente. Quasi nessuna trova risposta e quelle poche che la trovano, non rimangono soddisfatte. Passo accanto alle vetrine tutte con le serrande abbassate o con le luci ancora spente. Mi ci specchio un po' dentro pensando a quanto sono orribile quando non dormo la notte. Che cosa strana andare a dormire quando c'è già luce, un po' m'infastidisce e un po' mi dà gusto. La città così non la vedo mai e tra i miei mille dubbi e le mie mille certezze, mi lascio cullare fino a casa. I semafori ancora lampeggiano, attraverso la strada notando che sono l'unico essere umano nel giro di diversi metri. L'aria fresca si appoggia su questo mio corpo stanco, che ha dato prova di coraggio. Vorrei avere un taccuino nel cervello per scrivere immediatamente di ogni secondo, di ogni passo che faccio, di ogni cartaccia che vedo volteggiare accanto ai miei piedi gelidi, ma purtroppo devo affidarmi solo alla mia povera memoria. La piazza è piena dei rifiuti della serata appena finita: un sacco di caduti restano sul campo e dopo la gloria, rimane solo la loro miserabile decandenza. Sospiro contando i pochi minuti che riuscirò a dormire prima di ripartire. Sospiro gustando le novità e il mio nuovo modo di vedere e affrontare le cose. Infilo la chiave nel portone e attendo che la tecnologia lo faccia aprire. Entro. Il portone sbatte di nuovo alle mie spalle. Buona notte.
A.

Cari amici,

che ve ne state al di là del Mediterraneo, vi lascio un saluto ufficiale dalla città della Louis Vouitton ('cazzo si scrive?!), della Coppa America (ma quante caffiol di regate e di competizioni ci sono?), dalla città della paella, dalla città delle comunità brasiliane (ragazzi, inizio a sambare in compagnia degli arabi! AHAHAH), degli erasmus, dei 38 gradi e del primo bagno della stagione. Mi sembra di stare in un'altra dimensione, mi fa strano ritrovare le mie migliori amiche sotto questo sole e sotto queste palme. Mi sento già in vacanza, proprio adesso che devo sgobbare come un animale. Ho solo sorrisi, sabbia, raggi di sole e mare salato da mandarvi come piccola cartolina da qui. Non voglio farmi odiare da voi che morite di caldo tra Mantova e Bologna, ma sono troppo entusiasta per non condividere con voi tutto questo.

Ora la cena ci aspetta, perciò un beso grande y tanto amor para todos.

Hasta luego!
Agnigno

Ficco con forza il costume da bagno nell'ultimo angolino rimasto vuoto della valigia. Mi ci siedo sopra e riesco finalmente a chiuderla. Che gioia chiudere le valige e sentire quel brividino d'emozione. Pensare a quando la sballotteranno nella stiva dell'aereo, a quando l'attenderò sul nastro nastro nero che gira, sperando che non me l'abbiano spedita in Canada (anche perchè in Canada dei bikini se ne fanno poco!). Sono in preda a quelle piccole perversioni del viaggiatore, e ripenso a tutti quei momenti che conosci a memoria quando viaggi, ma che cambiano ogni volta. Cambia l'aeroporto, cambia la valigia, cambi tu. E io resto qua un attimo a osservare questo involucro di stoffa, cerniere, scritte e adesivi che racchiude le cose più importanti che ho. Perchè quando si parte si portano via le cose migliori e si cerca di ricreare un pezzo di casa in pochi centimetri di spazio. Penso che ho una voglia spasmodica di salire sull'aereo destinazione: Valencia. Eh sì, dopo 3 mesi torno in Spagna. Ormai è una seconda casa per me, lo dico con orgoglio e con l'occhietto umido. Finalmente riabbraccerò le mie dolci metà e assaporerò l'odore del mare e la sabbia dentro al costume (proprio una bella sensazione la sabbia nel costume...mannaja!) Ho voglia di mangiare quintalate di paella e bere del vino tinto (tranquilla mamma, non mi ubriaco!), ho voglia di vedere le barche a vela, anche se delle regate non è che ci capisca molto. Voglio assaporare l'estate anticipata e voglio parlare tanto con le mie donne che da mesi vedo tramite una webcam. Signori, lo so che vi faccio un po' d'invidia, ma mi tocca proprio andar via, sul biglietto c'è il mio nome e non posso certo ritirarmi.

Vi abbraccio e vi do appuntamento a Valencia. Non appena potrò, vi scriverò e vi lascerò qualche foto del bagnoasciuga.

Hasta pronto!
Besos
Agna

PS Sì, sono io nella foto...Ero ispirata! ;-)